IA

Brevissima introduzione

Innanzi tutto invitiamo a consultare la Policy di Ateneo e i documenti disponibili nella pagina dedicata del portale unibo.it dove in premessa si legge "L' Ateneo intende utilizzare una tecnologia avanzata e integrarla con consapevolezza e responsabilità promuovendo un uso dell'AI che sia al servizio delle persone mai in loro sostituzione."

 

L'intelligenza artificiale generativa si riferisce alla tecnologia in grado di generare nuovi contenuti, come testo, immagini, codici, audio o video.

I generatori di testo basati sull'intelligenza artificiale vengono addestrati su una grande quantità di testo estratto da Internet. Questo "addestramento" viene poi integrato da test e feedback eseguiti da esseri umani. Con alcune eccezioni, non abbiamo molte informazioni su come sono stati addestrati i modelli che guidano questi strumenti. Ciò significa che, nella maggior parte dei casi, gli utenti non hanno modo di sapere a quali informazioni ha avuto accesso lo strumento utilizzato.
La tecnologia basata sull'IA è già presente in molti degli strumenti che utilizziamo ed è in costante evoluzione.
Alcuni punti di attenzione:
- La maggior parte degli strumenti basati sull'intelligenza artificiale generativa cattura e riutilizza una quantità significativa di dati degli utenti. Dunque è opportuno evitare la condivisione di informazioni private con tali strumenti.
- Tutti i generatori di testo basati sull'intelligenza artificiale possono produrre informazioni plausibili, ma non corrette, note come "allucinazioni" producendo risultati distorti.
- Esistono preoccupazioni etiche e sociali sull'IA generativa, dal modo in cui questi strumenti sono stati creati, al modo in cui vengono applicati ora e lo saranno in futuro.

 

Information Discovery con l'IA generativa

Chatbot vs motori di ricerca: qual è la differenza?
Sebbene i Chatbot generativi possano fornire risposte alle domande in un modo che sembra simile a Google, in realtà questi strumenti funzionano in modo molto diverso dai motori di ricerca a cui siamo abituati. Una ricerca Google tradizionale aiuta gli utenti a trovare e recuperare testo o altre informazioni che già esistono e sono state pubblicate su Internet. Lo fa identificando parole e frasi nella nostra ricerca, cercando fonti esistenti che corrispondano a questi termini e applicando un algoritmo di classificazione per identificare i risultati che hanno maggiori probabilità di essere pertinenti. (Google ha recentemente aggiunto riepiloghi AI ai risultati di ricerca, che funzionano più come ChatGPT che come la ricerca Google tradizionale.)
ChatGPT e simili creano nuovo testo in risposta a una query posta in linguaggio naturale, in base alle informazioni su cui è stato addestrato. In altre parole, i motori di ricerca recuperano testo già esistente e vi collegano gli utenti, mentre i chatbot generativi creano nuovo testo basato su modelli linguistici altamente complessi che tentano di fornire la sequenza di parole più probabile in base alle informazioni su cui sono stati addestrati.
I chatbot generativi non fanno riferimento, citano o richiamano informazioni da fonti specifiche o reali. Un chatbot generativo, come chatGPT, genererà fonti o sembrerà citare fonti, tuttavia è importante tenere a mente che in realtà non "legge" o "capisce" queste fonti. In alcune situazioni, il chatbot inventerà citazioni completamente false. Questi sistemi generano spesso risposte che contengono affermazioni non supportate e citazioni inaccurate. 

Strumenti come ChatGPT, Bing Chat e Google Gemini hanno una portata molto ampia, ma ci sono strumenti di ricerca basati sull'intelligenza artificiale specializzati nella navigazione e nella scoperta di ricerche accademiche, che possono restituire articoli pertinenti e riassunti di informazioni chiave su tali articoli in risposta a una domanda, o fornire informazioni contestuali sulle citazioni in un dato articolo. Anche gli editori di importanti database scientifici, come JSTOR, Scopus di Elsevier o Web of Science di Clarivate, stanno sperimentando strumenti di ricerca basati sull'intelligenza artificiale per aiutare i ricercatori a scoprire fonti attraverso nuove modalità. Tutti questi strumenti di ricerca emergenti sono sperimentali e dovrebbero essere utilizzati con cautela. In alcuni casi, gli editori non accetteranno articoli che hanno fatto uso di questi strumenti.

 

Utilizzo dell'IA nella strategia di ricerca

Il processo di ricerca è altamente iterativo e i chatbot generativi possono offrire spazio per esplorare idee, abbozzare domande di ricerca e scoprire nuove direzioni di interesse. In fase iniziale, utilizzare uno strumento basato sull'IA potrebbe rivelarsi un modo semplice per iniziare il processo di brainstorming. Oltre ai chatbot più noti come chatGPT, Bing e Google Bard, ci sono nuove e specializzate piattaforme in fase di sviluppo che possono essere utili al brainstorming sulle domande di ricerca o ad impostare una query di ricerca efficace costruita con operatori logici booleani.

Esistono diversi strumenti specificamente progettati per riassumere articoli o altri documenti. Molti sono strumenti a pagamento progettati per aiutare studenti e ricercatori a generare riassunti di articoli e altre letture senza dover leggere il documento completo (TLDR). Questi strumenti possono essere agevoli per gestire un gran numero di articoli quando occorrono nozioni di base sui loro contenuti, ma le fonti vanno lette e studiate interamente quando occorre una profonda comprensione del materiale.
I chatbot hanno solitamente una quantità di memoria limitata per una sessione di chat, quindi potrebbero non essere in grado di generare riassunti di documenti molto lunghi. 


È importante ricordare che questi strumenti non leggono o comprendono effettivamente i documenti che gli forniamo e il riepilogo sarà influenzato dal set di dati su cui sono stati addestrati. Prima di utilizzare uno strumento di intelligenza artificiale in questo modo, prova a testarlo con alcune letture che conosci e comprendi molto bene, per avere un'idea della qualità del riepilogo. Quando si utilizza uno qualsiasi dei chatbot di intelligenza artificiale generativa per la propria ricerca, è essenziale sviluppare le proprie capacità di fact-checking, tra cui: saper individuare fonti originali e verificare citazioni o contenuti "citati" nella risposta generata. A seconda della natura delle informazioni che è necessario verificare, per la ricerca accademica, potrebbe essere necessario utilizzare risorse della biblioteca se le informazioni "provengono" da un articolo di una rivista accademica, ad esempio. Tracciare sempre le fonti originali prima di utilizzarle nel proprio lavoro!


Citazione e attribuzione di strumenti di IA generativa

Prima di usare strumenti di intelligenza artificiale generativa (GenAI) per lavori di ricerca, è consigliabile consultare il proprio docente o relatore e fare attenzione a come se ne cita l’output.

Poiché le norme per citare contenuti generati dall’intelligenza artificiale sono in continua evoluzione, è importante fare riferimento alle linee guida dei principali stili citazionali o degli editori, ove disponibili. In caso di dubbi, è consigliabile descrivere l’uso di IA generativa in sezioni come 'Appendice' o 'Metodi'. (Per esempio: Riconosco di aver utilizzato Microsoft Copilot (versione GPT-4, Microsoft, https://copilot.microsoft.com/) per riassumere le mie note iniziali e per correggere la bozza finale).

In caso di dubbi, ricorda che le fonti si citano per due motivi: attribuire il merito all'autore e permettere la verifica delle fonti usate. Tieni presenti questi principi anche per decidere come usare e citare contenuti generati dall’IA. L’uso di IA generativa va riconosciuto in qualsiasi lavoro accademico in cui in cui sia stata impiegata in modo sostanziale, ad esempio nella stesura, pianificazione o organizzazione dei contenuti. La necessità di dichiararlo dipende dalla natura del compito, ma valgono alcuni principi generali.

L’uso dell’IA generativa potrebbe non richiedere riconoscimento quando serve solo come supporto preliminare o tecnico, ad esempio per acquisire familiarità con un argomento; leggere riassunti dei risultati di una ricerca; semplificare contenuti complessi per la revisione; migliorare grammatica e struttura del testo.

Alcuni stili citazionali propongono di citare i sistemi di IA generativa come qualsiasi altra fonte, ma ciò presenta delle criticità: l’IA non può essere considerata un autore, in quanto non può assumersi responsabilità né generare idee originali, infatti riproduce contenuti preesistenti. Inoltre, difficilmente consente di risalire a una fonte verificabile. Tuttavia, se l’editore o il relatore richiedono di citare l’uso dell’IA e di seguire uno stile specifico, è necessario conoscerne e seguirne le regole, anche includendo lo strumento come 'autore' nella bibliografia.

 

Di seguito alcuni esempi e link diretti.

Secondo lo stile APA, i contenuti generati dall’IA vanno citati come output di un algoritmo, attribuendo l’autore all’azienda che ha sviluppato il modello (ad esempio, OpenAI per ChatGPT).

Formato: Autore. (Data). Nome dello strumento (Versione dello strumento) [Modello di linguaggio di grandi dimensioni]. URL

Esempio di citazione nel testo(OpenAI, 2023)

Esempio in bibliografia: OpenAI. (2023). ChatGPT (versione del 7 marzo) [Modello linguistico di grandi dimensioni]. https://chat.openai.com/chat 

Lo stile Chicago considera lo strumento di IA come autore e l’azienda sviluppatrice come editore (es. ChatGPT come autore, OpenAI come editore). Se possibile, va riportato anche il prompt utilizzato, preferibilmente in una nota. La data della citazione corrisponde a quella di generazione del contenuto.

Formato: Autore, Titolo, Editore, Data, URL dello strumento.

Esempio di citazione nel testo(ChatGPT, 7 marzo, 2023).

Esempio in bibliografia (se le informazioni sul prompt sono state incluse nel testo del tuo articolo): Testo generato da ChatGPT, OpenAI, 7 marzo 2023, https://chat.openai.com/chat.

Esempio in bibliografia (se le informazioni sul prompt non sono state incluse nel testo del tuo articolo): ChatGPT, risposta a "Spiega come preparare l'impasto per pizza con ingredienti domestici comuni", OpenAI, 7 marzo 2023, https://chat.openai.com/chat

Lo stile MLA, più flessibile rispetto ad APA o Chicago, consiglia di citare l’IA quando se ne incorpora l’output (testi, immagini, dati o parafrasi) nel proprio lavoro. Per usi indiretti, come traduzione o revisione, è sufficiente una nota esplicativa (es. in Appendice o Metodi). I contenuti generati dall’IA sono considerati fonti senza autore: si cita quindi un titolo descrittivo, basato sul prompt, sia nel testo sia in bibliografia. Se disponibile, si può includere un link condivisibile che mostri il contenuto generato durante la chat al posto dell’URL generico dello strumento.

Formato: Prompt "Descrizione della chat". Nome dello strumento di intelligenza artificiale, versione dello strumento di intelligenza artificiale, azienda, data della chat, URL.

Esempio di citazione nel testo: La natura è raffigurata frequentemente in Mansfield Park e "spesso rispecchia le personalità o gli stati d'animo dei personaggi" ("Descrivi il tema").

Esempio in bibliografia: Prompt "Descrivi il tema della natura in Mansfield Park di Jane Austen". ChatGPT, modello GPT-4o, OpenAI, 23 settembre 2024, chatgpt.com/share/66f1b0a0-d704-8000-be9a-85f53c850607.

[Crediti: BROWN University Library]